L’Operatore Socio-Sanitario (OSS) svolge un ruolo essenziale nei servizi alla persona e nella sanità pubblica.
Il suo operato si fonda su principi di responsabilità professionale e deontologia, che garantiscono il rispetto dei diritti del paziente e la corretta esecuzione delle attività assistenziali.

📘 Il quadro normativo di riferimento
La figura dell’OSS è stata istituita con l’Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2001, che ne definisce profilo, funzioni e competenze.
Tale accordo prevede che l’operatore “svolge attività indirizzate a soddisfare i bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie competenze e in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali”.
Le principali norme che disciplinano la responsabilità dell’OSS sono:
- Legge 833/1978 – Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (G.U. n. 360 del 28 dicembre 1978);
- D.Lgs. 81/2008 – Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;
- Legge 24/2017 (“Legge Gelli-Bianco”) – Sicurezza delle cure e responsabilità professionale;
- Accordo Stato-Regioni 22/02/2001 – Profilo professionale OSS.
🤝 Deontologia e comportamento professionale
La deontologia professionale dell’OSS non è regolata da un ordine professionale, ma da principi etici condivisi nelle linee guida regionali e nei codici comportamentali aziendali.
I valori fondamentali sono:
- Rispetto della dignità, privacy e libertà della persona assistita;
- Collaborazione con il team sanitario (infermieri, medici, educatori);
- Riservatezza e correttezza nella gestione dei dati personali;
- Comunicazione empatica e comportamento rispettoso in ogni situazione.
Secondo la Regione Emilia-Romagna, l’OSS deve operare “nel rispetto dei principi etici, con atteggiamento responsabile, consapevole dei propri limiti e in collaborazione con il personale sanitario di riferimento”.
(Fonte ufficiale)
🏥 Sicurezza delle cure e responsabilità condivisa
Con la Legge 24/2017 (“Gelli-Bianco”), la sicurezza delle cure è parte integrante del diritto alla salute.
Tale legge stabilisce che tutti gli operatori, inclusi gli OSS, contribuiscono alla qualità e sicurezza delle prestazioni, secondo il principio della responsabilità condivisa.
Ogni azione dell’OSS deve quindi rispettare:
- le direttive ricevute dal personale sanitario di riferimento;
- i protocolli operativi aziendali;
- le buone pratiche clinico-assistenziali;
- le misure di prevenzione e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008).
🧩 La formazione continua come tutela
La formazione periodica è uno strumento essenziale per ridurre il rischio di errore e garantire la qualità delle prestazioni.
Molte Regioni prevedono aggiornamenti obbligatori su:
- manovre di primo soccorso e sicurezza del paziente;
- gestione del rischio clinico;
- etica, comunicazione e relazione con l’utente;
- nuove normative in ambito sanitario e socio-assistenziale.
La partecipazione a corsi di aggiornamento contribuisce anche alla valutazione del merito nei concorsi e nelle progressioni di carriera.

